
Coltivare la vite senza acqua, è possibile?
In questo articolo vogliamo svelarvi una realtà unica al mondo dove la vite non viene mai bagnata.
Sicuramente avrai pensato: beh in compenso pioverà?!
Invece no, in questo luogo chiamato Montañas del Fuego la piovosità media registrata da sempre è di appena 150 mm d’acqua all’anno.
Stiamo parlando dell’isola di Lanzarote, isola appartenente all’ arcipelago delle Canarie. Un’ isola di origine vulcanica ove si contano più di 1000 vulcani per la quasi totalità inattivi, ad eccezione di un uno, il vulcano Timanfaya.
A meno di 5 metri di profondità si contano oltre 400 gradi centigradi e un ristorante sfrutta questa energia termica per convogliarla in un forno sui cui grigliare le migliori carni.
Ma torniamo a noi…
Acqua necessaria per la vite
La vite è una pianta conosciuta come aridoresistente , appunto per la sua capacità di crescere in suoli privi di ristagni idrici e prevalentemente asciutti. Fanno eccezione le piante giovani con radici ancora poco sviluppate per la quale è importante garantire loro il giusto approvvigionamento di acqua.
Generalmente risultano utili impianti di irrigazione localizzati e pulizie delle erbe in prossimità dei tralci per evitare competizione idrica, soprattutto nei primi anni.
La soglia minima di piovosità per la sopravvivenza di viti prive di sistemi di irrigazione si attesta intorno ai 700 mm d acqua , di cui almeno 400 mm durante la crescita vegetativa; su quest’isola c’è appena il 20 % del fabbisogno standard!
Come coltivare la vite in caso di siccità estrema
Quale tema più attuale di questo!
Solo ieri 7 comuni hanno dichiarato lo stato di allerta con riduzione degli apporti idrici.
Coldiretti dichiara che “Il livello del Po è a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico più basso di Ferragosto di un anno fa, con la siccità che colpisce i raccolti, dal riso al girasole, dal mais alla soia, ma anche le coltivazioni di grano e di altri cereali e foraggi per l’alimentazione degli animali, in un momento in cui è necessario garantire la piena produzione con la guerra in Ucraina”.
La mancanza di acqua nella Pianura Padana – è l’allarme – minaccia oltre il 30% della produzione agricola nazionale.
Le regioni che puntano allo stato di emergenza riconosciuto a livello nazionale sono Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Lombardia ma la lista è destinata ad ampliarsi di ora in ora.
Verifica subito la mappa della siccità censita dalla Coldiretti
Su quest’ isola invece, la popolazione da sempre ha dovuto far fronte ad un clima difficile e sospirato da continui venti aridi ed infuocati come la tipica calima.
Se da una parte abbiamo assenza d’acqua dall’altra il suolo è completamente di origine vulcanica, in prevalenza costituita da roccia basaltica. Proprio per questo motivo non può essere coltivato nulla in tutta l’isola se non fosse per un’unica tecnica di coltivazione al mondo:
parliamo degli Hoyos e degli Zanias.
Cosa sono gli Hoyos e Zanias?
Sono delle vere e proprie forme di coltivazione della vite.
Una più antica, la tradizionale hoyos e un’altra più recente,la zanjas.
Foto 1 – tecnica della zanjas.
Il primo metodo consiste nello scavo di una fossa dove si piantano da una a tre viti proteggendole con muretti semicircolari alti 50-70 cm. Negli impianti più vecchi (anche di 2-300 anni) la profondità e l’ampiezza delle fosse sono maggiori (talvolta senza la protezione dei muri), il che comporta una limitata quantità di piante per ettaro. Alcune fosse ospitano anche tre o quattro esemplari e possono produrre fino a 80 kg di uva.
Entrambe le tecniche necessitano di molto lavoro sia per la loro costruzione che per la loro manutenzione. Così anche la raccolta, eseguita senza utilizzo di mezzi agricoli pone il target del costo di questi vini sopra la media.
L’isola di Lanzarote vanta circa 2000 ettari di vigneti e produce 1.900.000 bottiglie di vino l’anno. Le principali zone di coltivazione sono tre: la Geria, Masdache e Ye-Lajares.
I principali vitigni dell’isola sono la Malvasia Volcanica, a bacca bianca, e la Listan negra, a bacca rossa.
Solo un 5 % di questa produzione viene sportata, il resto viene consumato all’interno dell’arcipelago e in Spagna.
Foto 2 – tecnica delle hoyos
Che cos’è il “terroir”
Con questo termine francese si indica un insieme di fattori che concorrono a ad una determinata produzione vitivinicola: clima, tradizione, portinnesto, tecnica, vitigno, contest paesaggistico e non per ultimo: il suolo.
Già il suolo gioca un’importanza fondamentale: qui le radici sono molto profonde per cercare di attingere fino all’ultima goccia di acqua.
Un altro grosso problema è la carenza di sostanza organica. Dei ricercatori dell’ESA infatti stanno studiando questo territorio “lunare” da un punto di vista microbiologico: la maggior parte dei batteri è in grado di nutrirsi di minerali ( i cosiddetti microrganismi chemiolitoautotrofi) a differenza di tutti i lori “parenti” che invece ben sappiamo si nutrono di sostanza organica. (Leggi qui per approfondire)
Qual’è il livello di sostanza organica per la vite?
Molti studi hanno stabilito che il livello minimo di sostanza organica per questa piantagione è il 2,5%
Su quest’isola si attestano valori molto inferiori allo 0,5% in parte per mancanza di vegetazione in decomposizione e in parte per l’assenza di fauna.
L’applicazione del vermicompost nelle buche d’impianto, al di sotto dei lapilli (utilissimi contro l’evaporazione) porterebbe benefici immensi in termini di produzione dovuti all’arricchimento dei microrganismi del suolo e quindi di partnership con l’apparato radicale della vite.
Concimare la vite con il vermicompost
Da qui al via con i primi accordi di sperimentazione dell’uso di vermicompost ( THE WORM UP by Conitalo) con le migliori Bodegas (cantine) di Lanzarote.
Per approfondire i benefici del suo utilizzo leggi il nostro articolo di approfondimento qui. Vi terremo aggiornati sui risultati!
Qui, è dunque possibile coltivare la vite senza acqua!