
Cosa mangiano i lombrichi?
I lombrichi sono animali poco schizzinosi: mangiano materia organica decomposta di qualunque tipo.
Che cosa intendiamo con ‘materia organica decomposta’? In buona sostanza, si tratta di tutto ciò che viene decomposto dai batteri e dalle muffe (che sono un particolare tipo di funghi microscopici).
Magari avrete già sentito dire che i lombrichi mangiano il letame ‘stabilizzato‘ o ‘maturo‘: si definisce così il letame in cui i processi putrefattivi portati avanti dai batteri hanno già fatto il loro corso.
Quando il letame è maturo, risulta molto più digeribile per il lombrico, dal momento che i batteri lo hanno ‘migliorato’, andando ad eliminare alcune sostanze nocive come l’ammoniaca e l’urea.
Qual è il letame preferito dai lombrichi?
E’ improprio dire che i lombrichi abbiano una preferenza in fatto di letame.
Il letame è un alimento sempre idoneo per la lombricoltura, a prescindere dall’animale che lo ha prodotto: purché sia ‘maturo’, come dicevamo.
Ciononostante, resta vero che un letame è diverso dall’altro, perché viene prodotto dal tratto digerente di animali diversi.
Questo si traduce in un differente apporto di microrganismi, nonché da un differente rapporto carbonio-azoto, rappresentato nell’etichetta dei fertilizzanti con il simbolo C/N.
Che cos’è il rapporto C/N?
Si tratta di un indice della disponibilità di azoto (N). La sua importanza dipende dal metabolismo dei microrganismi: il cibo che essi assumono senza troppe difficoltà ha un rapporto C/N di 24:1.
Questo perché la struttura cellulare dei microrganismi deve sempre mantenersi ad un rapporto C/N di 8:1 ; ciò significa che, assimilando 24 molecole a base C, 16 di esse verranno utilizzate dal microorganismo come carburante e 8 di esse verranno impiegate nel mantenimento della struttura cellulare.
Ma che cosa succede quando il rapporto C/N è molto alto, ad esempio in caso di compost vegetale o sfalci verdi che hanno un C/N di 80:1?
In questo caso i microrganismi cercano di avvicinare il rapporto C/N verso 24:1 prelevando N dal suolo al fine di assimilarlo in modo tale da venire incontro ai loro bisogni metabolici.
Questo processo si chiama immobilizzazione dell’azoto ed è in parte responsabile della carenza di azoto in un terreno.
Il bilanciamento tra C ed N nell’allevamento dei lombrichi.
Dal momento che l’alimentazione idonea per i lombrichi passa prima attraverso la lavorazione microbiologica, ecco che l’indice C/N dei vari tipi di letame gioca un ruolo abbastanza importante nella lombricoltura.
Infatti esistono dei letami che hanno un rapporto C/N pari o simile a 24:1 ed altri che sono piuttosto distanti. Vediamo qualche esempio:
- letame suino 31:1
- letame bovino 29:1
- letame equino 23:1
Composizione ideale del compost fatto in casa. - letame ovino 22:1
- pollina, varia da 11:1 a 6:1
Da questo elenco si può notare come i vari tipi di letame abbiano un rapporto C/N abbastanza simile, mentre la pollina si allontana parecchio dal valore di 24:1.
Questo dipende dall’anatomia dei polli, i quali espellono gli scarti ad una concentrazione di urea (quindi di azoto) molto superiore rispetto ai mammiferi erbivori.
Di conseguenza, la pollina risulta un alimento piuttosto ostico per i lombrichi, dal momento che i batteri non riescono a predigerirla a causa di tutto l’azoto che contiene.
Per utilizzare la pollina in lombricoltura, consigliamo di bilanciarla con dei materiali vegetali ad alto apporto di carbonio. Ad esempio:
- paglia di avena 100:1
- paglia di grano 111:1
- paglia di orzo 87:1
- paglia di segale 63:1
- residui di mais 52:1
Le vie del carbonio e dell’azoto
Ora che sappiamo che il lombrico può mangiare ogni tipo di concime maturo, possiamo chiederci se ci siano delle effettive differenze nel metabolismo dei lombrichi a seconda del C/N apportato da ciascun tipo di letame.
Effettivamente, questa domanda ha interessato anche gli studiosi dell’Università di Vigo, in Spagna.
Grazie ad un esperimento, hanno riscontrato che un’alimentazione dal rapporto C/N elevato si traduce in una maggiore prolificità dei lombrichi; con un’alimentazione a basso rapporto C/N (quindi, più ricca in azoto) si ottengono invece meno lombrichi, ma più grossi.
Lo studio che ne parla è stato pubblicato nel 2006 per ‘European Journal of Soil Biology‘ con il titolo ‘C to N ratio strongly affects population structure of Eisenia fetida in vermicomposting systems‘, ora disponibile soltanto a pagamento ma che se avete piacre potete acquistare qui.
Cosa NON mangiano i lombrichi?
Ci sono degli alimenti che i lombrichi proprio non possono mangiare? Sì: vediamo quali sono.
Come per molti altri animali, alcuni cibi sono tossici o indigesti anche per i lombrichi. Ad esempio, il rabarbaro contiene l’acido ossalico che è tossico per il lombrico anche a piccole dosi.
Analogamente, tutti gli ortaggi della famiglia delle Aliacee: aglio, cipolla, scalogno e porro.
Questi ortaggi infatti contengono, all’interno delle proprie cellule, un particolare enzima che si sprigiona quando la pianta viene tagliata.
L’enzima a quel punto reagisce con alcune molecole a base di zolfo presenti anch’esse nelle cellule della pianta, producendo le sostanze volatili e irritanti che tutti noi ben conosciamo.
Per quanto riguarda gli agrumi, la questione è dibattuta: i lombrichi tendono ad evitarli freschi, ma se ben gestita la fase di marcescenza, rientrano nella lista di cibo gradito.
Il ruolo ecologico del lombrico
Dal punto di vista ecologico, i lombrichi sono degli ‘spazzini’ detritivori. La loro attività è molto importante, perché contribuiscono a chiudere il ciclo degli elementi nutritivi.
Se non ci fossero i lombrichi, per le piante sarebbe molto difficile, se non addirittura impossibile, ottenere tutti gli elementi di cui necessitano.
Perciò, se ad un certo punto tutti i lombrichi del mondo sparissero, in poco tempo morirebbero ‘di fame’ moltissime piante.
In un certo senso è come se i lombrichi e le piante si trovassero a collaborare: la pianta garantisce la presenza di cibo per il lombrico, perché fa cadere a terra le foglie o perché attrae gli animali e le loro deiezioni; il lombrico a sua volta rilascia ormoni ed enzimi utili alla pianta.
In questo modo, ovunque ci siano dei lombrichi, ci saranno sempre anche molte piante.