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La vita nella lettiera: ecco chi accompagna i nostri lombrichi

Questo è un articolo dedicato a tutti coloro che detengono o che stanno provando a portare avanti una lettiera di lombrichi. Per voi che state muovendo i primi passi, ecco una breve guida che può aiutarvi. 

 

Se avete l’intenzione di avviare la vostra lettiera di lombrichi ad uso domestico, da un metro quadro o più, sicuramente la terrete all’aperto, magari all’interno del vostro giardino. 

Per questo motivo dovrete aspettarvi che la vostra lettiera cominci a brulicare di vita – e non parlo solo dei lombrichi!

Ciò è perfettamente normale: in uno spazio aperto, privo di barriere con l’ambiente esterno, una lettiera di letame o altro materiale organico è per molti animali tanto un riparo quanto una fonte di nutrimento. 

 

La lettiera come riparo

Non sono pochi gli animali disposti a vivere all’interno di una lettiera! Sembra disgustoso, ma ciò ha le sue ragioni.

Innanzitutto, è un luogo sempre caldo e protetto dalle avversità esterne: ideale per deporre le uova,  che necessitano di calore per essere covate.

Questo vale soprattutto per gli invertebrati, come gli insetti o altri artropodi, che scelgono la lettiera come sito di deposizione delle uova. 

Per alcuni animali più grandi, come ad esempio i roditori, una lettiera potrebbe essere un utile rifugio temporaneo contro volpi o simili, perché il forte odore che emana il letame è in grado di confondere l’olfatto dei predatori.

 

La lettiera è un ecosistema 

La lettiera non è un semplice allevamento di lombrichi: è un vero e proprio ecosistema

C’è una sorgente di nutrimento – il letame – che si trova in una forma grezza. Prima che il lombrico possa nutrirsene, il letame passa attraverso numerosi stomaci!

Questo processo coinvolge molti organismi che abitano comunemente il suolo. 

Nella seguente scheda, sono elencati quasi tutti i gruppi di animali (vertebrati e non vertebrati) che possono passare dal suolo alla lettiera e viceversa. 

 

Il grafico si legge da sinistra verso destra, lungo l’asse in basso che rappresenta un ordine di grandezza che va dal microscopico al visibile a occhio nudo. 

 

Come potete vedere, gli studiosi del suolo hanno individuato quattro possibili raggruppamenti: microfauna (sotto i 160 micron), mesofauna (tra i 160 micron e i 5 mm ), macrofauna (tra i 5  mm e i 1 cm) e megafauna (oltre 1 cm di lunghezza). 

Naturalmente, i lombrichi adulti fanno tutti parte della megafauna, mentre i loro piccoli appartengono alla macrofauna. 

 

Inquilini della lettiera: vediamoli da vicino

Nella vostra lettiera all’aperto compariranno presto moltissime creature. Molte di esse sono innocue, molte altre sono utili, mentre alcune sono dannose e occorrerà fare il possibile per scongiurare la loro presenza – ma sempre in un modo che sia rispettoso verso la natura

Se analizziamo una lettiera dal nostro punto di vista, cioè quello di lombricoltori, possiamo smistare in tre gruppi le specie presenti: 

 

  • alleati del lombrico
  • coinquilini del lombrico
  • nemici del lombrico

 

Alleati del lombrico

Tra i principali alleati del lombrico troviamo i collemboli. Questi piccoli esserini sono artropodi (cioè animali dal corpo diviso in segmenti) esapodi (cioè hanno sei zampe) come gli insetti, con cui sono strettamente imparentati. 

Vivono nel terreno ma apprezzano moltissimo la lettiera, perché raccolgono e sminuzzano con la loro bocca tutti i frammenti di paglia, di cui si nutrono. Questo aiuta indirettamente il lombrico, perché tali frammenti gli sono indigesti (ricordiamoci che il lombrico ha una bocca a cannuccia!), mentre le piccole deiezioni del collembolo no. 

Appartengono alla mesofauna, dal momento che non superano mai i 5 mm di lunghezza: sono facili da scorgere perché appaiono come minuscoli puntini bianchi sempre in movimento (vedi foto).

Un collembolo.

 

Assieme ai collemboli possono convivere i dipluri, ma sono più rari. Hanno dimensioni affini (2-5 mm) e si nutrono per lo più di micelio fungino. 

Un dipluro.

 

A proposito di funghi: anch’essi sono dei validi alleati dei lombrichi.

In primo luogo perché contribuiscono alla degradazione della lignina e della cellulosa – due molecole molto indigeste.

Inoltre molti di essi producono delle molecole dalle proprietà antibiotiche, le quali possono contribuire a tenere  sotto controllo la carica batterica. 

Nella lettiera si riconoscono spesso come ramificazioni biancastre presenti sui frammenti di letame più grandi: le specie che possono essere presenti sono molto varie e per il loro  riconoscimento è necessaria un’identificazione micologica.

Un micelio su una foglia (immagine di repertorio).

 

I coinquilini del lombrico 

Il lombrico vive nella lettiera assieme a tanti altri animali che non lo danneggiano né lo aiutano: si tratta di una convivenza pacifica, una mera condivisione dello stesso spazio e delle stesse risorse

Tra questi organismi vi sono una moltitudine di artropodi che utilizzano la lettiera come tana: formiche, onischi e grillotalpe sono alcuni esempi. 

Un onisco (foto di Luciana Bartolini).

 

Dei tre, probabilmente le grillotalpe sono le più impressionanti: raggiungono spesso dimensioni ragguardevoli (fino a 5 cm) ed hanno un aspetto molto bieco.

Sono di colore marrone scuro tendente al nero, possiedono grandi mandibole e larghe zampe anteriori atte allo scavo.

 

Una grillotalpa (foto di Fabio Barone).

 

In realtà sono strettamente imparentate con le cavallette (fanno anch’essi parte dell’ordine degli ortotteri) e come loro sono… erbivore! 

Infatti si sono adattate molto efficacemente a mangiare le radici delle piante per non competere con le loro cugine, che invece si nutrono di foglie. 

Per questo motivo è da considerarsi errata la credenza che possano nutrirsi di lombrichi: non sono nemmeno interessate a loro, semplicemente usano la lettiera come estensione delle loro gallerie

 

I nemici del lombrico: i suoi predatori 

Infine, veniamo a parlare di ciò verso cui – in quanto lombricoltori – dobbiamo prendere le più accurate precauzioni: le talpe.

Questi piccoli mammiferi sono dei predatori voraci: esse sono esclusivamente carnivore e si nutrono di tantissimi insetti, artropodi e invertebrati. Pare che siano particolarmente ghiotte di lombrichi, e che li vadano proprio a cercare.

Riescono a localizzarli grazie alle vibrisse che possiedono sul muso: se un lombrico si sposta, la talpa sarà attratta dalle vibrazioni che sono state emesse dalla sua preda

Talpa europea | Sapere.it

Una sola talpa potrebbe causare danni notevoli alla vostra lettiera: dovete immaginarvi l’equivalente della classica faina nel pollaio. 

Pertanto, è indispensabile dotare la lettiera di una rete antitalpa, ovvero una rete d’acciaio o di plastica dura che andrà posizionata al di sotto della lettiera al momento della sua realizzazione. In questo modo, la talpa troverà una barriera che le impedirà l’emersione. 

 

In alternativa, è possibile realizzare la propria lettiera su di una superficie cementata, ma attenzione: l’impermeabilità del cemento potrebbe contribuire alla formazione di fastidiosi ristagni d’acqua che potrebbero anche annegare i vostri lombrichi. 

 

La lettiera: un ambiente vivo

Nella lettiera vivono molti più organismi di quelli che abbiamo potuto conoscere rapidamente in questi paragrafi.

Basti pensare alla moltitudine di microrganismi, tra cui protozoi, rotiferi, nematodi e acari che spesso risultano appetibili al lombrico o la aiutano con la decomposizione delle particelle più indigeste. Inoltre, molti di questi animali contribuiscono alla formazione dell’humus

In un certo senso, nessuno di questi animali è inutile: hanno tutti un ruolo e la loro presenza è indice di qualcosa.

Ad esempio, nel caso dei predatori o di ospiti indesiderati, che qualcosa nel nostro sistema non sta funzionando; ciò può essere utile per correggere e migliorare la nostra lettiera.

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