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Ormoni vegetali: cosa sono e dove si trovano?

Cosa sono gli ormoni vegetali?

Anche le piante, come gli animali (noi compresi), utilizzano gli ormoni. Si tratta di molecole capaci di trasmettere segnali da una parte all’altra della pianta, in risposta ad uno stimolo esterno.

Ad esempio, quando una pianta è illuminata solamente da un lato, è un ormone a ‘chiedere’ al fusto di piegarsi progressivamente verso la luce.

 

Questa capacità viene chiamata eliotropismo, che significa ‘crescere al sole’.

 

Quali sono i principali ormoni vegetali?

Esistono principalmente cinque classi di ormoni vegetali:

  • le auxine
  • le gibberelline
  • le citochinine
  • l’etilene
  • l’acido abscissico

Le prime tre classi di ormoni, di importanza fondamentale per la vita della pianta, sono contenuti nel vermicompost: questo perché il lombrico, all’interno del suo lungo intestino, integra l’humus proprio con gli ormoni vegetali.

Vediamo dunque più nel dettaglio che cosa solo le auxine, le citochinine e le gibberelline. 

Auxine, gli ormoni della crescita

Le auxine sono una famiglia di ormoni responsabili della crescita per distensione. Per distensione si intende la capacità dei tessuti di allungarsi e di curvarsi, ad esempio verso una sorgente luminosa.

Anche lo sviluppo delle radici verso il basso è mediato dall’auxina: lo stimolo, in questo caso, proviene da un organello cellulare detto statolite, capace di percepire la forza di gravità.

La capacità della radice di crescere verso il basso si chiama gravitropismo.

 

 

L’auxina può anche agire da inibitore dello sviluppo delle gemme laterali, fenomeno conosciuto con il nome di dominanza apicale. La dominanza apicale è il meccanismo grazie al quale la pianta regola la propria direzione di crescita.

Ad esempio, se parte della chioma di un albero viene rimossa, la pianta promuove lo sviluppo della gemma centrale, rispetto a quelle laterali.

In questo modo, ci sarà un ramo che svetterà sopra gli altri per captare quanta più luce possibile e dare stabilità verticale all’intera pianta.

Infine, l’auxina è responsabile della stimolazione della pianta alla fruttificazione.

Citochinine, gli ormoni della rigenerazione

Le citochinine sono ormoni molto meno ‘evidenti’. Questo perché essi intervengono esclusivamente nella divisione cellulare, pertanto sono molto abbondanti nei tessuti indifferenziati.

Tali tessuti si chiamano meristemi e sono costituiti da cellule non specializzate: queste cellule sono tantissime nelle piantine giovani, mentre rimangono confinate in zone specifiche della pianta quando essa è adulta.

I meristemi sono tessuti molto speciali perché consentono alla pianta di ricostruire una parte dopo che essa è andata persa.

Ad esempio, se stacchiamo una foglia ad una pianta, ecco che questa foglia ricrescerà proprio grazie ai tessuti meristematici che si trovano alla base del picciolo.

Le citochinine vengono attivate proprio quando la pianta subisce un danno del genere, e promuovono la sua rigenerazione.

Gibberelline, gli ormoni della maturazione

In ogni parte della pianta che sta maturando, possiamo star certi  che siano coinvolte le gibberelline.

Ad esempio, in questo periodo può capitarci di passare sotto un ciliegio carico di frutti. La trasformazione è notevole: bastano pochi giorni per far passare un frutto da piccola sfera verde a ciliegia rossa e succosa.

Per far sì che avvenga questa trasformazione, c’è bisogno che la pianta trasporti moltissimi zuccheri dalle foglie (dove vengono prodotti) fin nei frutti. Ciò che consente questo viaggio è proprio l’azione delle gibberelline.

Inoltre, le gibberelline promuovono anche lo sviluppo dei semi: in particolare, promuovono la loro germinazione, cioè la nascita di una nuova piantina, attraverso lo spostamento delle sostanze di riserva contenute nel nucleo del seme verso il fusticino.

Dove posso trovare gli ormoni vegetali?

Semplice: nelle piante!

Eppure può succedere che alle volte le nostre piante si trovino in difficoltà: una carenza d’acqua, un’eccessiva insolazione, un forte vento possono metterle a dura prova.

Oppure può capitare che, anche se le condizioni del campo sono perfette, la pianta non ne vuole sapere di crescere e di dare frutto.

Come fare in questo caso?

In questo caso si può ricorrere alla biostimolazione della foglia. Qualche lunedì fa abbiamo trattato l’argomento nell’articolo: Che cosa sono i concimi biostimolanti?

I biostimolanti fogliari, in particolare quelli ottenuti dal vermicompost, garantiscono per la pianta un effetto ormonosimile: con questo termine tecnico si intende che il prodotto ha la capacità di veicolare ormoni dall’esterno all’interno della pianta.

Tutto ciò è ben documentato a livello scientifico. Secondo uno studio dell’università di Hilo, nelle Hawaii, la presenza di tracce di ormoni vegetali come auxine, citochinine, gibberelline e acidi umici nell’humus liquido è probabilmente il fattore responsabile dell’aumento delle rese.

Un secondo studio invece ha documentato che la germinazione dei semi di pomodoro risulta più rapida quando questi vengono messi a bagno a concentrazioni di humus liquido più basse e per tempi più lunghi.

Ad ogni modo, sono necessari ulteriori studi per valutare se esistono interazioni tra la concentrazione e la durata dell’applicazione.

 

Un piccolo esperimento domestico

Per la prima volta vi proponiamo un’attività con cui potete testare l’efficacia dell’humus liquido.

Per questa prova avrete bisogno di:

Preparate le vostre due vaschette in una zona soleggiata, ad esempio sotto ad una finestra.

Mettete uno strato di carta assorbente in ciascuna vaschetta.

Dopo aver fatto ciò, posizionate lo stesso numero di semi che avete scelto in ciascuna vaschetta. Mi raccomando: utilizzate un solo tipo di semi, o zucca o fagioli, altrimenti l’esperimento non riuscirà!

A questo punto, in una vaschetta spruzzate l’acqua a 25°C, nell’altra vaschetta spruzzate il Vermicompost liquido, sempre a 25°C. La carta assorbente dovrà risultare completamente bagnata ma non ci dovrà essere acqua in eccesso.

In entrambe le vaschette, ricoprite i semi con un ulteriore strato di carta assorbente ed inumidite leggermente con acqua a 25°C.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiudete le vaschette e tornate a controllarle ogni tanto. Vi accorgerete che i semi trattati con vermicompost germineranno prima di quelli trattati con acqua.

Inoltre, se volete potete proseguire l’esperimento continuando ad applicare vermicompost sulle piantine di una vaschetta e acqua sulle altre: la crescita di quelle trattate sarà visibilmente maggiore.

Questo risultato è possibile grazie agli ormoni che stimolano la crescita: le auxine, le citochinine e le gibberelline.

 

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