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Piante indicatrici: strumenti naturali per conoscere il suolo

Per coltivare con successo, è molto importante conoscere le caratteristiche del suolo.

Ogni terreno ha i suoi punti di forza e le sue debolezze e sarà portato più per una certa gamma di coltivazioni che per un’altra. Per studiare un suolo di solito si effettuano numerose analisi chimiche, anche se questa è ovviamente una tendenza moderna.

In passato gli agricoltori, di gran lunga più saggi e avveduti di noi, potevano scoprire tutto di un suolo con un solo sguardo.

Ma come facevano?

Semplice: osservavano le piante indicatrici, che con la loro sola presenza raccontano com’è fatto il terreno su cui crescono.

Oggi sappiamo che questo è possibile grazie ad un principio fondamentale: la geodiversità.

 

Biodiversità VS Geodiversità

Il concetto corrispondente alla biodiversità, applicato alla sfera geologica, si chiama geodiversità.
Questa parola indica la diversità delle rocce che compongono un territorio e la disomogeneità della loro distribuzione al suo interno.

Secondo una teoria condivisa da molti scienziati la biodiversità dipende proprio dalla geodiversità: questo accadrebbe perché il “disordine” della litologia (cioè le rocce che caratterizzano un territorio) comporta una pedogenesi (cioè lo sviluppo del suolo) disomogenea.

 

Rocce diverse per suoli diversi

In effetti, è noto ogni suolo si sviluppa a partire da una roccia madre o bedrock con la quale condividerà delle proprietà chimiche e fisiche.
Su suoli diversi crescono piante diverse, dal momento che ognuna di esse preferisce un tipo di terreno ad un altro.
L’insieme di tutte queste differenze geologiche, pedologiche e botaniche, coesistenti nello stesso territorio, costituiscono un paesaggio geomorfologico.

 

Il giardino come paesaggio

Tutto ciò avviene indipendentemente dalla dimensione del territorio: ad esempio, anche il giardino di casa non è del tutto omogeneo ma spesso presenta delle zone con caratteristiche pedologiche diverse e piante diverse.
Naturalmente non esistono carte geomorfologiche dei giardini e degli orti; tuttavia questo non significa che sia impossibile ricavare informazioni sullo stato di salute del nostro terreno.

Anzi, se osserviamo le piante che crescono spontaneamente nel giardino, possiamo raccogliere alcune informazioni sul tipo di terreno che le ospita.

Sappiamo che le piante per crescere devono soddisfare certi bisogni, e che molte piante non tollerano precise condizioni del suolo, come un certo range di pH, un certo grado di umidità o una certa tessitura.

 

Osservare le piante per leggere il suolo

Esistono condizioni che impediscono la crescita di un certo gruppo di piante ma favoriscono altre. Ad esempio, le piante sciafile non crescono mai in pieno sole ma le eliofile sì; le piante igrofite vivono in ambienti umidi, a differenza delle xerofite che vivono in ambienti secchi.

Grazie a questa proprietà, alcune piante ci può dire molto del terreno su cui crescono: l’affidabilità di una pianta come indicatrice è tanto più alta quanto più specifiche sono le sue esigenze.
Saperle riconoscere è un’abilità molto utile, perché consente di ricavare informazioni sul suolo senza ricorrere ad analisi chimiche.

Lo studio delle piante indicatrici viene esplorato in molti manuali, tra cui il più importante di tutti è probabilmente L’encyclopédie des plantes bio-indicatrices alimentaires et médicinales del botanico Gerard Ducerf.

Alcune informazioni di base sono reperibili anche sul web, come ad esempio sul portale de L’informatore agricolo.

Un principio importante

La lettura delle piante indicatrici si basa sul principio di coerenza tra pianta e territorio.

Ad esempio, le piante che hanno una radice a fittone (come le carote) indicano che il suolo è compatto: in questo suolo, le piante con radici meno adatte allo scavo non sono riuscite a sopravvivere.
Le piante con radici fini indicano piuttosto un suolo molto arieggiato, perché queste piante crescono velocemente e si diffondono prima delle piante con radice a fittone.
Se in un prato prevalgono piante basse, ciò potrebbe indicare che il campo è stato pascolato in modo eccessivo e che quindi sono sopravvissute solo le piante non appetibili per gli animali.

Vediamo ora qualche esempio interessante di piante indicatrici!

 

Equiseto (Equisetum arvense)

Se troviamo in giardino delle zone occupate dall’equiseto arvense, molto probabilmente si tratta di punti in cui l’acqua ristagna in profondità. Inoltre, la sua presenza indica delle particolari caratteristiche pedologiche del terreno, che sicuramente sarà calcareo e siliceo, con pH tendente alla neutralità.

Tarassaco (Taraxacum officinale)

Il tarassaco è molto comune nei prati incolti che hanno una buona fertilità: infatti questi fori crescono sui terreni ricchi in elementi fertilizzanti. Ad esempio, nei giardini pubblici, spesso indica le zone più frequentate dai cani e più interessate dalle loro deiezioni.
Se siete in possesso di un prato incolto nel quale cresce molto tarassaco, quasi sicuramente il terreno sarà adatto a realizzare un orto.

Silene rigonfia (Silene vulgaris)

Questa pianta evidenzia le zone naturali interessate dal passaggio delle persone e degli animali. Ad esempio, possiamo trovare i suoi fiori sui margini dei sentieri e nei prati calpestati. Ciò è dovuto al fatto che il calpestamento favorisce le condizioni di crescita di questa pianta, attraverso la leggera compattazione del terreno prodotta dai passi.
Oltre a ciò, questa pianta è indice del fatto che l’azoto si trova in una forma chimica molto disponibile per le piante, ad esempio a causa di concimazioni recenti.

Fiore di vetro (Ajuga impatiens)

Il fiore di vetro è molto sensibile alla siccità e questo lo rende utile come indicatore nei vivai e negli orti.
I suoi fiori e i suoi steli steli sono molto suscettibili alla perdita di acqua e mostrano presto accenni di avvizzimento e di imbrunimento sulla punta delle foglie.
Quando ciò si verifica, anche se le piante attorno sembrano sane, in realtà stanno già subendo gli effetti della disidratazione: il fiore di vetro appassisce prima di tutte le altre piante, e ciò indica la necessità di un’irrigazione di emergenza.

 

Mercola comune (Mercurialis annua)

La presenza di questa pianta nel terreno suggerisce la carenza di fosforo e azoto a causa dell’erosione. Infatti la mercola comune è una “specie pioniera” che si diffonde nei terreni poveri, inospitali per le altre piante.
Queste caratteristiche la rendono molto presente negli orti tradizionali, andando a indicare la carenza di potassio, di azoto e la suscettibilità del terreno all’erosione.
Quando compare la mercola, significa che il terreno sta perdendo la sua fertilità: è arrivato il momento di concimarlo!

Ortensia (Hydrangea macrophylla)

L’ortensia a foglia larga è un preciso indicatore del pH del terreno; infatti il colore dei sepali dell’ortensia varia a seconda del pH del terreno su cui cresce:

  • fiori blu per i terreni acidi (pH 5.5 e inferiore);
  • fiori rosa per i terreni neutri o alcalini (pH 6.5 e superiore);
  • fiori viola (colore dato dal blu mescolato al rosa) nel range di pH intermedio.

Ciò avviene perché per produrre il pigmento blu per cui è nota l’ortensia a foglia larga, il terreno deve avere una grande disponibilità di alluminio; questo elemento diventa insolubile, e quindi non disponibile, con pH alto.
Da questo consegue che i terreni acidi saranno favorevoli alla produzione del pigmento blu, che va a mascherare la presenza di altri pigmenti più tenui. Invece, su terreni neutri e basici, dove la pianta trova in carenza di alluminio, il pigmento blu non viene prodotto e perciò si rendono visibili gli altri pigmenti, tra cui spiccano il rosa e il bianco.

 

Piante indicatrici VS analisi chimiche del suolo

L’analisi del suolo con le piante indicatrici è uno strumento molto utile, che può risultare anche appagante. Si tratta di un modo fantastico per apprezzare ciò che ci circonda e per poterlo anche comprendere.

Ciononostante, se avete bisogno di conoscere il vostro terreno in modo approfondito e rigoroso, l’analisi chimica affidata ad un laboratorio professionale resta l’opzione più affidabile.

Fatta questa precisazione noiosa, ma dovuta, speriamo che questo articolo vi abbia aiutato a vedere il vostro giardino con occhi nuovi: ora sapete che cosa c’è sotto!

 

 

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