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Proteggere Il Suolo Con le Barriere Frangivento

Lo sviluppo del suolo e la relazione con i fenomeni erosivi

Il suolo è il risultato dell’azione di due forze di segno contrario:  la biostasia e la resistasia.

Quando prevale la prima forza, significa che il suolo è  nelle condizioni ideali per ospitare la vita vegetale: in questo caso, lo sviluppo del suolo procede nel tempo, in quanto è la vegetazione a permetterlo. Invece, quando il terreno è scoperto, cioè privo di vegetazione per motivi naturali o causati dall’uomo, il suolo smette di formarsi e anzi comincia ad essere soggetto all’erosione

L’erosione è un fenomeno locale di distacco e movimento del materiale minerale presente nel terreno, sia essa sabbia, limo o argilla, a causa dell’azione dell’acqua o del vento. 

Ciò è particolarmente dannoso quando l’erosione colpisce i campi coltivati, da un lato perché i residui di fertilizzanti e pesticidi vengono depositati nelle zone limitrofe, inquinandole; dall’altro perché il terreno perde il suo strato coltivabile (ricco di sostanza organica) e procede verso la desertificazione.

Erosione causata dall’acqua: lo strato coltivabile, in assenza di radici abbastanza forti e di sostanza organica, viene dilavato facilmente dalla pioggia.

 

Le soluzioni al problema dell’erosione

D’altra parte i principali agenti atmosferici dell’erosione, ovvero l’acqua e il vento, possono essere deviati o ridirezionati in vari modi per impedire che vadano a compromettere il suolo. 

Accanto alle misure di tipo gestionale del suolo, esistono misure di tipo agronomico. Ad esempio inserire piante che aumentano la ruvidità, l’infiltrazione e l’assorbimento superficiale dell’acqua, o che offrono una protezione diretta contro il vento.

Queste sono le barriere frangivento e possono fare la differenza tra un terreno fertile ed uno arido. 

 

La funzione delle barriere frangivento

Per attenuare l’effetto erosivo causato dal vento sul terreno, si possono realizzare delle barriere frangivento. Queste devono essere posizionate in precise posizioni strategiche del proprio campo, per evitare che esse incanalino ulteriormente le correnti peggiorando il problema

Per determinare i punti più idonei, occorre conoscere la direzione e la frequenza dei principali venti locali. A volte questi possono dipendere dalla presenza di rilievi montuosi o di avvallamenti, oppure dalla presenza di un corpo idrico di grandi dimensioni.

Generalmente, in Italia i venti più intensi e dannosi per il suolo sono i venti freddi provenienti da Nord, come la Bora, la Tramontana, il Maestrale ed il Grecale

Le frangivento hanno anche la preziosa capacità di attutire il rumore e di filtrare polveri inquinanti. Se poi vengono posizionate su di un pendio, con le radici contribuiscono alla sua stabilizzazione, preservandolo dal dilavamento e dall’erosione superficiale. 

L’importanza della scalarità nelle barriere frangivento

Una barriera frangivento ha il compito di dissipare la forza del vento. Se vi si opponesse in modo brusco, come una barriera rigida, rischierebbe di spezzarsi, perché prenderebbe carico su di sé dell’intera forza del vento a causa dell’effetto vela

Per evitare ciò è fondamentale garantire la scalarità della barriera, posizionando piante di altezza crescente in file parallele. Tale scalarità può terminare con la fila più alta, ma per garantire un effetto migliore è possibile ripetere la medesima scalarità anche nel lato interno. 

Inoltre, per evitare la canalizzazione dell’aria attraverso la barriera, è necessario disporre le piante in modo che i loro tronchi siano sempre alternati a scacchiera. 

Un esempio di barriera frangivento: il campo, a destra, viene protetto da tre file parallele di piante con dimensione crescente, in modo tale da alzare le correnti d’aria ed allontanarle dal suolo.

 

Le piante principali nelle barriere frangivento 

Naturalmente, le piante che compongono questo tipo di barriere saranno molto esposte al vento e per la loro particolare posizione sarà difficile raggiungerle per la concimazione, per le potature e per i trattamenti.

Per prima cosa, occorre scegliere come frangivento piante sempreverdi, dal momento che esse mantengono il fogliame anche d’inverno.

La presenza delle foglie (specie se di medio/piccola dimensione) è fondamentale nella dissipazione del vento. Infatti, gli ostacoli ripetuti ed alternati sono i più efficaci nel separare il principale flusso d’aria in molti flussi di minor intensità.

Le caratteristiche ideali delle piante frangivento

Oltre alla presenza di una chioma perenne, queste piante devono avere una serie di caratteristiche che le rendano adatte alla loro funzione. Eccone alcune:

  • Resistenza alle malattie. La costante esposizione al vento causa sulla corteccia delle abrasioni e delle spaccature, che possono anche coinvolgere il sistema linfatico della pianta. Questo tipo di danni potrebbero comportare in un secondo momento delle malattie. 
  • Sviluppo veloce. È importante che queste piante occupino tutto lo spazio a loro disposizione, andando a chiudere le fessure tra una pianta e l’altra.
  • Flessibilità del tronco.
  • Robustezza dell’apparato radicale

Solitamente le conifere rientrano perfettamente in questa descrizione, anche perché possiedono un vantaggio evolutivo cruciale rispetto alle altre piante. Infatti la direzione di crescita dei loro rami, che è radiale ed orizzontale, serve ad impedire al vento di raggiungere il tronco e seccare i preziosi vasi linfatici.

Per accompagnare le piante a crescita arborea e coprire gli spazi lasciati da esse, non sottovalutiamo le siepi. Una siepe densa e fitta costringe il vento a scavalcarla, portando la corrente a dissiparsi contro la chioma dell’albero. 

Ecco tre piante a portamento arboreo molto adatte a formare una barriera frangivento: 

  • Pino marittimo: indicato per spazi medi e grandi, viene alternato in barriere multiple.
  • Tamerice: è una scelta perfetta per le  zone di mare, perchè predilige i terreni sabbiosi; viceversa, meglio evitare di posizionarlo in montagna, dal momento che mal si adatta ai terreni calcarei.
  • Olivello spinoso: si può impiegare nella realizzazione di una barriera molto fitta, grazie ai suoi rami spinosi. è molto adattabile e resiste sia al clima caldo e secco che a quello freddo se il terreno è ben drenato soleggiato. 

Accompagnano poi queste tre specie principali delle siepi come il pitosforo, il lentisco, il corbezzolo o la fillirea

L’impianto e la cura delle barriere frangivento

Data la loro rusticità, la realizzazione di siepi e filari frangivento non presenta particolari difficoltà, anche se è preferibile seguire alcuni accorgimenti nell’impianto e nella loro manutenzione al fine di ottenere una crescita rapida e vigorosa di queste piante.

Innanzitutto, meglio scegliere esemplari di 3 o 4 anni, con un’altezza massima di 140-160 cm: in tal modo si migliora l’attecchimento, si favorisce lo sviluppo a partire dall’anno dell’impianto e si riducono i costi di acquisto degli esemplari.

Le buche devono essere profonde 50-70 cm e abbastanza ampie da accogliere l’intera zolla. Sul fondo va posto uno strato di terriccio universale, arricchito con l’humus di lombrico, che stimola la radicazione e riduce lo shock da trapianto. A questo punto le piante vengono poste nella buca allo stesso livello che avevano nel vaso. Subito dopo, occorrre irrigarle abbondantemente, ripetendo l’operazione appena il terreno tende ad asciugare.  

Lungo i primi due anni dall’impianto, è meglio sottoporre le siepi frangivento esclusivamente agli interventi di potatura necessari a stimolare i ricacci, che servono a chiudere gli spazi tra pianta e pianta.

Quindi, perché utilizzare le barriere frangivento?

Sappiamo che il vento, assieme all’acqua, è uno dei principali fenomeni di erosione del suolo. Il suo effetto è dannoso per la fertilità del terreno, perché viene asportata la parte superficiale, che è coltivabile in quanto  ricca di sostanza organica; inoltre, le molecole inquinanti possono essere trasportate fino a contaminare aree naturali.

Per evitare questo, possiamo intervenire preventivamente, includendo nel progetto delle barriere frangivento: con un piccolo investimento, possiamo mitigare molto l’effetto di un agente atmosferico ormai sempre più imprevedibile e determinante come lo è il vento.

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