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Quali sono i microrganismi del vermicompost?

microrganismi vermicompost

Vi siete mai chiesti perché ripetiamo sempre che il vermicompost è il lievito madre della terra? No? Bene, nell’articolo di oggi scoprirete il perchè!

Perché il vermicompost è un concime vivo, ricco di microrganismi.

Questi microrganismi sono fondamentalmente gli stessi che vivono nei suoli sani e che stanno diminuendo sempre di più a causa del continuo peggioramento del terreno.

Ciò che interessa alle piante per crescere e dare frutta di qualità non è soltanto la combinazione di N, P e K: le piante hanno innanzitutto bisogno di un suolo fertile.

Per ridare fertilità al suolo, è molto importante ricaricarlo con dell’ottima sostanza organica umificata e tutti i microrganismi che vivono al suo interno: il vermicompost è ricco di entrambe le componenti.

Vediamo ora quali microrganismi vivono all’interno del vermicompost, e qual è la loro funzione.

 

Cloroflessi

Questi batteri hanno il compito di costruire l’impalcatura filamentosa interna del vermicompost.

Batteri Cloroflessi.

Inoltre si nutrono degli scarti delle cellule batteriche, fermentano i carboidrati e

 smaltiscono i composti organici complessi in composti a basso peso molecolare, che rappresentano il terreno di coltura  per la crescita di altri tipi di batteri.

I batteri cloroflessi sono anche in grado di collegare tra loro le particelle del suolo e di  migliorare la struttura del terreno.

Bacteroidetes

I bacteroidetes sono tra i principali costituenti della flora batterica di moltissimi animali, tra cui i lombrichi;  tuttavia, si trovano frequentemente anche nel suolo, negli oceani e nelle acque dolci.

La loro funzione ecologica è quella di digerire le proteine ​​e carboidrati, che sono i componenti della materia organica più difficili da decomporre.

Gemmatimonadetes

Gemmatimonadetes.

 

Questi batteri costituiscono circa il 2% delle

comunità batteriche del suolo. Tuttavia, poco si sa della loro ecologia perché non possono essere coltivati in laboratorio: a maggior ragione, la loro presenza nel suolo va incoraggiata ed aumentata con dell’ottimo vermicompost!

Alfaproteobatteri

Un alfaproteobatterio.

I batteri detti alfaproteobatteri sono  specializzati nella trasformazione di alcune sostanze chimiche di difficile utilizzo per gli altri batteri e per le piante.

Ad esempio, esiste una comunità di batteri specializzata nella rimozione biologica del fosforo, del fosfato solubile e delle concentrazioni intracellulari di carboidrati e poliidrossialcanoti (PHA).

Grazie a questa capacità, garantiscono al vermicompost la straordinaria proprietà di rendere gli elementi minerali disponibili per le piante.

Acidobatteri

Gli acidobatteri più caratterizzati sono i chemioeterotrofi, sebbene siano stati individuati anche alcuni tipi fotoeterotrofi. Le cellule di questi batteri contengono una serie di enzimi coinvolti nella decomposizione, nell’utilizzo e nella biosintesi di diversi carboidrati. Il loro ruolo funzionale nell’ambiente include la decomposizione di vari biopolimeri e la partecipazione al ciclo globale di carbonio, ferro e idrogeno.

Protozoi: i ‘grandi’ microrganismi del vermicompost

I microrganismi sopracitati sono le forme di vita più semplici che possiamo trovare nel vermicompost, ma non sono le uniche. Ad accompagnarli ci sono anche i Protozoi, ovvero degli animali unicellulari. Tra questi ricordiamo le amebe, i parameci, i ciliati e le vorticelle, i rotiferi e tanti altri.

Tutti questi microrganismi sono molto più grandi dei batteri: le loro dimensioni variano da 10 a 800 volte quelle dei batteri unicellulari del vermicompost.

Tale differenza nelle dimensioni è sufficiente a permettere ai Protozoi di nutrirsi dei batteri.  In questo modo, viene garantito il giusto equilibrio nelle popolazioni di batteri che sono tenute sotto controllo dai Protozoi: solo così l’ambiente microscopico può essere mantenuto in perfetto funzionamento.

 Attinomiceti

Questi microrganismi fanno parte di un gruppo molto vasto ed hanno per questo differenti forme e funzioni. Generalmente si tratta di batteri che crescono in maniera ramificata, simile al micelio (ovvero la parte sotterranea dei funghi).
Hanno la capacità di attaccare composti organici difficili da decomporre, tra cui gli idrocarburi, la lignina, i fitofarmaci e anche… l’humus!

Lungi dall’essere uno svantaggio per le piante, la degradazione di piccole quantità di humus consente alle radici di accedere a particolari sostanze nutritive che altrimenti non sarebbero disponibili.

Per questo motivo, gli Attinomiceti sono degli alleati fondamentali per il benessere del suolo e delle piante.

Come vengono individuati i microrganismi nel vermicompost?

Lo studio dei microrganismi del vermicompost avviene soprattutto attraverso analisi indirette. Questo significa che non vengono direttamente osservati e valutati i microrganismi presenti, ma piuttosto se ne deduce la tipologia studiando il loro DNA.

Per studiare il DNA dei microrganismi si utilizzano le tecniche della PCR e dell’elettroforesi del DNA, che sfruttano le proprietà di questa macromolecola per risalire esattamente al tipo di materiale genetico presente nel campione.

Da un confronto tra il DNA raccolto dal campione e il DNA presente in un database, è possibile stabilire quali sono i gruppi di microrganismi più frequenti all’interno del vermicompost.

 

Ricapitolando…

Tra i punti di forza del vermicompost, la presenza di microrganismi vivi ed attivi è sicuramente una caratteristica fondamentale per la salute del suolo e delle piante.

I gruppi di microrganismi più abbondanti nel vermicompost sono i Cloroflessi, i Bacteroidetes, i Gemmatimonadetes, gli Alfaproteobatteri, gli Acidobatteri, i Protozoi e gli Attinomiceti.

Insieme essi, con la loro attività, garantiscono il corretto riciclo degli elementi nutritivi  e mantengono le piante in salute.

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