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Vermicompost e Kiwi: Nutrire L’Actinidia dal Suolo

L’actinidia: la pianta che produce i kiwi 

L’actinidia è una pianta dal portamento lianiforme, perché il suo tronco non è in grado di reggere il peso delle sue fronde e dei suoi frutti.

Per compensare questo limite, in natura sono state selezionate piante capaci di arrampicarsi attorno al tronco di altri alberi; la coltivazione dell’actinidia tiene conto di questa caratteristica offrendole delle apposite strutture di sostegno. 

Si tratta di una specie che risulta molto coltivabile in climi temperati con inverni miti. D’inverno l’actinidia può sopportare anche -15 °C; in realtà, questo rampicante presenta un certo fabbisogno in freddo, tanto che la sua coltivazione non è molto consigliata in ambienti caldi

D’altra parte, risente molto delle gelate autunnali e primaverili, che possono compromettere il raccolto, così come del vento, che disidrata le foglie e spezza i germogli: dove possibile, conviene investire nella realizzazione di barriere frangivento.

 

 

La produzione del kiwi in Italia

Pur essendo originaria dell’Asia, in Italia l’actinidia ha trovato, negli ultimi trent’anni, una diffusione di coltivazione sempre maggiore.

La produzione di kiwi è ormai decisamente affermata all’interno del nostro Paese, che si posiziona tra i primi produttori europei con più di 400 mila tonnellate annue di kiwi Hayward (quelli con la polpa verde). 

 

Malattie dell’actinidia

La pianta dell’actinidia è purtroppo interessata da una serie di patologie: alcune sono batteriche, altre causate da funghi, altre ancora provocate da insetti parassiti

 

Malattie cagionate da batteri

 

Cancro batterico del Kiwi

Tra le malattie che possono colpire l’actinidia, la più diffusa a livello mondiale è senz’altro il cancro batterico del kiwi

Si tratta di una malattia di origine asiatica causata dal batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae

La diffusione del batterio avviene soprattutto in primavera. Le piante infette si riconoscono facilmente dall’avvizzimento e dalle spaccature sulle parti lignificate, che assumono un colorito rosso scuro

Negli stadi più avanzati della malattia, le foglie si ricoprono di macchie scure circondate da un alone clorotico, le gemme cambiano colore ed  i fiori seccano. 

Il patogeno entra nella pianta attraverso le sue aperture, ad esempio un taglio fresco

Per avere la conferma che si tratti di un’infezione batterica, è sufficiente praticare una potatura: dal taglio, così come dalle gemme e dalle cicatrici fogliari, fuoriuscirà un essudato batterico color rosso ruggine. Questo essudato costituisce in effetti il vettore di trasmissione di questa malattia. 

Sulle lunghe distanze, il batterio si trasmette principalmente per mezzo di polline infetto che viene inavvertitamente diffuso dagli insetti pronubi; anche la pioggia, il vento, gli animali e l’uomo possono costituire una fonte primaria della diffusione di questa malattia. 

Il contenimento del cancro batterico è più facile se si adottano delle precauzioni, soprattutto durante le operazioni di potatura ed irrigazione primaverili. 

Ad esempio:

 

  • evitando il sistema di irrigazione per aspersione soprachioma; 
  • limitando le ferite accidentali  al colletto e al tronco;
  • impiegando utensili disinfettati nelle operazioni di potatura; 
  • evitando di ammassare i tralci di potatura all’interno dell’impianto.

 

 Dal momento che questo patogeno si diffonde molto rapidamente tra le piante sane, diventa indispensabile riconoscere e curare prontamente le piante infette. Se necessario, occorrerà estirpare la pianta infetta per evitare che la malattia si diffonda. 

 

Tumore radicale

Il tumore radicale è una patologia dell’actinidia causata dal batterio Agrobacterium tumefaciens, anch’esso capace di penetrare nei tessuti della pianta ospite tramite ferite. Si riconosce da caratteristici ingrossamenti globosi e molli sulle radici e sul colletto della pianta.

Questa malattia è molto difficile da debellare, perciò abitualmente si segue una procedura preventiva: si immergono le giovani piantine in una sospensione liquida contenente Agrobacterium radiobacter, un batterio antagonista di quello dannoso. 

 

Funghi o muffe patogeni

 

Botrite

Il fungo del genere Botrite colpisce molte specie vegetali,  tra cui anche l’actinidia. In realtà il peggiore danno non viene causato alla pianta, che ha un alto tasso di sopravvivenza a questa malattia, ma sui frutti in fase di conservazione, che vengono ricoperti da una muffa grigia. 

I suoi sintomi si possono notare soprattutto sui rami, dove si osservano alterazioni a forma di tacche longitudinali raggrinzite di colore bruno, spesso ricoperte da molta muffa

Il fungo dilaga soprattutto con elevata e prolungata umidità, ad esempio per una stagione eccezionalmente piovosa. 

Fortunatamente, è sufficiente eliminare le parti di pianta colpite per evitare l’ulteriore propagarsi della patologia.

 

Marciume del colletto

Sono due i funghi potenzialmente responsabili di questa patologia: il fungo Phytophthora e il fungo Armillaria

Il primo è responsabile della necrosi dei vasi interni alla base dell’actinidia, portandola ad avvizzire; il secondo, oltre alla marcescenza delle radici superficiali, provoca la formazione di un feltro biancastro tra la corteccia e il legno all’altezza del colletto. 

Il marciume del colletto si previene evitando in ogni modo il ristagno d’acqua alla base della pianta, ad esempio con delle bardature o dei rialzi, in modo da non offrire ai funghi le condizioni ottimali per la loro crescita. 

 

Parassiti che causano malattie

 

Moscerino della frutta 

Questo è uno dei parassiti più conosciuti nei frutteti: è molto generalista ed adattabile

Provoca danni di varia entità ai kiwi, a causa delle punture attraverso cui le femmine depongono le proprie uova: in primo luogo la comparsa di piccole aree mollicce, poi anche gallerie scavate all’interno del frutto dalle larve una volta schiuse le uova.

Questo insetto può anche essere vettore delle malattie causate dai funghi e dai batteri, che penetrano nella pianta attraverso i fori nei frutti.

La lotta contro la mosca della frutta è una problematica attualmente priva di una soluzione totalmente efficace. Il disciplinare prevede l’utilizzo di insetticidi, previsti con riserva anche in agricoltura biologica, ma il rischio rimane il solito: rincorrere il parassita mentre si adatta continuamente ai principi attivi proposti. 

 

Altre patologie

 

Raggrinzimento fogliare 

Le foglie raggrinzite possono essere il primo sintomo di ristagno d’acqua, di carenze nutrizionali o addirittura di un’erronea concimazione.

La carenza di potassio, elemento fondamentale per la pezzatura e le caratteristiche organolettiche della frutta, si manifesta con alterazioni visibili sulle foglie. In particolare a fine primavera sulle foglie di actinidia il margine imbrunisce e dissecca, mentre più avanti possono anche esserci delle aree necrotiche nel centro della lamina, che potrebbero essere scambiate per sintomi di patogeni fungini. Si può notare anche la caduta anticipata di molte foglie. 

 

L’importanza della concimazione organica per l’actinidia

 

Prima di ricorrere alla somministrazione di sali di potassio, come prevede il disciplinare in agricoltura biologica in caso di carenza di questo elemento, proviamo a prevenire il decorso patologico utilizzando il vermicompost

Nutrire il terreno ogni anno nella concimazione di fondo con sostanza organica di alta qualità (vale a dire correttamente umificata), fornirà alle piante tutti gli elementi nutritivi che richiedono.

Dobbiamo sempre tenere a mente che l’actinidia richiede terreni fertili, ricchi di sostanza organica, areati e ben drenati. Il ph dovrebbe essere preferibilmente acido o neutro: anche questo può essere ottenuto con il vermicompost, che ha un comprovato effetto tampone

 

Concimare l’actinidia con il Vermicompost solido e liquido

 

Per ringraziarvi di averci seguito fin qui, vogliamo omaggiarvi con una breve guida sulla sua concimazione

Al momento dell’impianto è importante distribuire circa 5 kg di vermicompost per pianta, da incorporare nei primi 15 cm circa di terra di copertura. In questa fase é importante realizzare una zolla rialzata e non una buca, per scongiurare il più possibile il ristagno idrico. 

La presenza di vermicompost aiuterà a trattenere l’acqua all’interno della zolla, consentendovi di risparmiare acqua evitando una frequenza di irrigazione eccessiva.

Il vermicompost, oltre ai nutrienti naturalmente presenti nel compost, fornisce al terreno una vasto spettro di batteri, che sono i principali responsabili della solubilizzazione di alcuni microelementi essenziali per l’actinidia, tra cui il Calcio. 

Durante la fase di allegagione dei frutticini, consigliamo di somministrare humus in soluzione liquida per via fogliare. Questo servirà a tamponare e prevenire eventuali carenze, nutrendo la pianta velocemente attraverso le foglie. 

Infine non dimenticatevi di distribuire annualmente, in autunno o all’inizio della primavera, il vermicompost sotto la chioma per ripristinare i nutrienti asportati dalla pianta con la crescita e la produzione dei frutti. 

Seguendo queste semplici indicazioni, la vita delle vostre actinidie sarà lunga ed il vostro raccolto di kiwi sempre abbondante.

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